L’arte del massaggio ha origini antichissime: esso è, infatti, uno dei primi e naturali sistemi di cura. Grandi civiltà come quella cinese e quella indù praticavano forme di massaggio curativo già alcuni millenni prima di Cristo.
Dalla Cina, attraverso le vie del mare, le conoscenze medico filosofiche sono giunte nella civiltà indiana. Dall’India queste pratiche arrivarono fino all’Egitto. Anche in Grecia ritroviamo testimonianze dell’uso frequente di questa tecnica per scopi curativi ed atletico-sportivi.
Nell’Odissea di Omero si racconta, ad esempio, di come la maga Circe sottoponesse Ulisse alla frizione del corpo con olii ed unguenti.
Il dio della medicina, Asclepio, raccomandava i massaggi tra i sistemi di cura più efficaci per guarire tutte le malattie. Lo stesso Ippocrate, padre della medicina moderna, descrive ampiamente le virtù di questa pratica e le sue modalità di esecuzione.
Anche i Romani lo adottarono come strumento terapeutico. Lo stesso Giulio Cesare era solito farsi massaggiare la testa durante i suoi frequenti attacchi di emicrania, mentre lo scrittore Plinio ne faceva ricorso per combattere le sue crisi d’asma.
Il contatto delle mani con il corpo ci riporta ad uno dei sensi più importanti e sviluppati fin dalla nascita, il tatto e ad un organo di grandi dimensioni, la pelle. Tale organo deriva dallo stesso foglietto embriologico del sistema nervoso, cui è molto legato.
La pelle è l’organo più esteso del corpo umano: copre circa due metri quadrati, mentre gli altri sensi ne occupano solo pochi centimetri. I recettori presenti nella pelle sono ancora più numerosi: un milione e mezzo, da 8 a 35 per ogni centimetro quadrato.
Sempre attivi, sono in grado di catturare ogni stimolo proveniente dall’esterno. I peli fungono da amplificatori delle sensazioni tattili. Dolore e piacere sono due sensazioni basilari che passano attraverso la pelle.
La sensazione di dolore deriva da un eccesso di stimoli ed ha la funzione di segnalare al corpo uno stato di pericolo, mentre le carezze, per esempio, provocano una vasodilatazione ed un maggior afflusso di sangue nei tessuti.
La pelle è però anche il primo strumento che permette la relazione con il mondo esterno attraverso il contatto. Una relazione tattile è al tempo stesso affettiva, ma anche molecolare. Il massaggio può modificare la chimica del nostro corpo.
Sono infatti le carezze della madre a dare impulso alla crescita del bambino, favorendo la produzione dell’ormone della crescita. Nel bambino, infatti, le stimolazioni cutanee, come quelle derivanti dall’allattamento, favoriscono un sano ed armonioso sviluppo psicofisico.
Le nostre mani possono curare. In tutte le culture ed in diverse tradizioni religiose alla mano dell’uomo vengono attribuiti poteri magici e taumaturgici.
Le capacità terapeutiche della mano sono note a ciascuno di noi: è istintivo, infatti, quando abbiamo un dolore fisico, massaggiare la zona dolente ed il dolore, in effetti, si attenua. Niente di magico: il massaggio è capace di riattivare l’energia, di stimolare la circolazione, il drenaggio dei liquidi, di sciogliere blocchi e tensioni muscolari, di stimolare le endorfine. Si tratta di una tecnica manuale antica.
Per queste ragioni è facile comprendere come l’uomo abbia voluto organizzare questa risorsa naturale in un “codice di manovre manuali”, sviluppando ciò che noi definiamo col termine di massaggio.
Oggi ne esistono diversi tipi che assumono denominazioni differenti in base alla finalità, ma tutti hanno in comune il raggiungimento del benessere psico-fisico della persona.